Silhouette warrior motorcycle. Element of martial art design.

Ecco un argomento difficile da trattare nella sua totalità, figuriamoci in un breve articolo.
Cercherò comunque di porre delle basi di discussione.

Per prima cosa, bisognerebbe capire cosa si intenda e cosa sia la Spiritualità, su cui sono stati scritti interi volumi. Semplicemente diremo che la Spiritualità nelle arti marziali riguarda l’aspetto “interiore” della pratica. E per interiore non si intende quello psicologico ed emotivo che comunque costituiscono due fattori importanti, ma ci si riferisce specificatamente ad uno stato dell’ Essere. Ecco che in tutte le tradizioni antiche la Spiritualità era una parte inscindibile della pratica stessa, che aveva come obbiettivo non solo la fortificazione del corpo ma anche e soprattutto quello della Mente e dello Spirito. In tal senso l’Essere, come “concetto” marziale, andava allenato congiuntamente alle tecniche ed al corpo. Il raggiungimento di un determinato stato Mentale, non psicologico che è ben diverso, era l’obbiettivo degli artisti marziali del passato.

Possiamo racchiudere tutto, per quanto sia semplice da esprimere ma molto difficile da attuare, nel concetto giapponese del MU-SHIN e cinese Wu-Hsin (Senza mente). Nel film “L’ultimo Samurai” un giovane samurai cerca di spiegare questo stato al soldato americano con le parole: “Troppo mente !… No mente… mente spada, mente gente che guarda, mente nemico. Troppo mente! .. No mente…”, Appunto il Mu-shin!!
E se può sembrare un concetto facile da capire a livello intellettuale, vi garantisco che è molto difficile da comprendere nella sua applicazione, soprattutto al giorno d’oggi dove la nostra mente è sovra stimolata e poco allenata alla “Presenza”.

Lo Zen, impropriamente definito una filosofia nel senso occidentale del termine, che per secoli ha accompagnato le arti marziali, aveva come obbiettivo il raggiungimento di questo Stato. La domanda che viene fatta comunemente è come allenare questa parte della pratica? Attraverso la meditazione? Si ma non la meditazione statica, lo Za-Zen, stare seduti con le gambe incrociate nella posizione del loto per intenderci, ma una meditazione dinamica durante l’esecuzione delle tecniche marziali.

Masutatsu Oyama diceva che le arti marziali sono Zen in movimento. Bruce Lee, conosciuto come artista marziale, ma anche grande filosofo, aveva fatto di questo il fulcro della sua Arte. Lo studio di determinati testi ed autori può aiutare in tal senso anche se non può essere spiegato a parole ciò che dalle parole non può essere definito. A. Watts diceva che lo Zen è un esperienza dell’Anima. Ma I testi delle filosofie orientali antiche spesso risultano di difficile comprensione, sia per la materia trattata sia per l’uso di analogie e aforismi tipiche di questi Maestri. Per fortuna ci sono diversi autori occidentali e comunque contemporanei che hanno scritto molto ed in maniera più comprensibile sull’argomento. Non vi dirò quali, perché ritengo che questa ricerca si profondamente personale. Ma vi invito a fare tale ricerca e a trovare i testi più adatti alla vostra esperienza. L’applicazione di determinati concetti, oggi sottovalutati dalla maggioranza degli insegnati darà, ve lo garantisco, nuova linfa alla vostra pratica e migliorerà fortemente l’aspetto fisico di essa.

Giuseppe Calogero

Di RAFAEL

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *